17 Nov No al “credito d’imposta per l’adeguamento ambienti di lavoro”…
L’articolo 120 del Decreto “Rilancio” ha introdotto un credito d’imposta, in misura pari al 60% delle spese sostenute nel 2020 in relazione agli interventi necessari per far rispettare le prescrizioni sanitarie e le misure di contenimento contro la diffusione del virus COVID-19, destinato ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico indicati nell’allegato 1 del menzionato decreto rilancio.
Con la Risposta n. 545 del 12 novembre l’Agenzia delle Entrate precisa però che il suddetto credito d’imposta non spetta per tutti gli interventi necessari per far rispettare le suddette prescrizioni sanitarie, come ad esempio alcuni di quelli citati nell’interpello:
- la realizzazione di un locale al piano seminterrato per il ricevimento ed il deposito delle forniture, nonché di opere accessorie quali la pavimentazione della rampa di accesso e dello spazio antistante per la manovra dei mezzi;
- la realizzazione di un percorso interno per trasportare le forniture dal seminterrato all’esercizio di somministrazione.
Questo tipo di interventi, infatti, finalizzati a estendere gli spazi a disposizione della clientela in modo da recuperare la riduzione del numero di posti per i clienti causata dal rispetto delle prescrizioni relative al distanziamento interpersonale, non possono beneficiare del “credito d’imposta adeguamento ambienti di lavoro” in quanto non risultano espressamente prescritti dalle linee guida regionali che, invece, richiedono semplicemente di individuare “specifiche modalità di ingresso, transito e uscita, mediante percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale che opera all’interno della azienda”.