25 Nov Fondi per la riforma fiscale, entità delle misure Covid e disapplicazione ISA: la sintesi dell'audizione del Cndcec al Senato
<br>Fondi insufficienti per una vera riforma fiscale, misure Covid spesso giuste ma inconsistenti e disapplicazione degli ISA per il 2020. Sono stati questi tre i capitoli su cui Maurizio Postal, Consigliere nazionale dei commercialisti delegato alla fiscalità, si è più soffermato durante l’audizione sulla prossima manovra finanziaria tenutasi sabato 21 novembre alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato.
Postal ha sottolineato come le risorse messe a disposizione dal governo per la riforma fiscale siano “nella sostanza 2,5 miliardi di euro per l’anno 2022 e 1,5 miliardi di euro a regime a decorrere dal 2023”, cifre ritenute “sostanzialmente inconsistente rispetto ad un obiettivo di riforma dell’intero sistema fiscale”. Il relatore è giunto a queste cifre prendendo in considerazione le risorse che complessivamente verranno stanziate dall’esecutivo, sottraendo loro quelle destinate alla riforma dell’assegno universale: “Degli 8 miliardi di euro per l’anno 2022 e 7 miliardi di euro a regime dall’anno 2023, 5,5 miliardi sono infatti destinati alla riforma dell’assegno universale alla famiglia, al cui servizio vengono attribuiti 3 miliardi anche per l’anno 2021, presumibilmente nell’ottica di un avvio della riforma a partire dalla metà dell’anno 2021”. Critiche specialmente per quanto riguarda gli 1,5 miliardi di euro destinati al capitolo della semplificazione del sistema fiscale: “La Relazione tecnica al disegno di legge di bilancio quantifica una somma doppia, ossia 3 miliardi di euro, già solo per mettere a regime la cosiddetta “detrazione aggiuntiva di lavoro dipendente”, che parte da 1.200 euro in corrispondenza di 28.000 euro di reddito imponibile e si azzera in corrispondenza di 40.000 euro di reddito imponibile. Con 1,5 miliardi di euro a regime si riuscirebbe a coprire solo metà di questa singola misura, figuriamoci impostare una riforma generale del sistema fiscale, o anche solo dell’IRPEF, finalizzata alla riduzione della pressione fiscale”. Al di là delle cifre stanziate, Postal ha comunque espresso un vivo apprezzamento per la riforma dell’assegno unico per i figli in quanto in grado di superare “la assoluta inadeguatezza dello strumento strumento delle detrazioni IRPEF decrescenti per figli a carico e punta a superare l’odiosa e incivile discriminazione tutt’oggi esistente, tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, rispetto allo strumento degli assegni familiari”.
Altro capitolo chiave quello delle misure di aiuto all’economia nei diversi settori, dall’edilizia alla liquidità alle imprese, alla patrimonializzazione e agli investimenti privati delle imprese. “La categoria”, ha affermato Postal, “invita a disporre una proroga fino almeno al 31 dicembre 2024 delle detrazioni edilizie in scadenza al 31 dicembre 2021”. Non solo, sulla capitalizzazione delle imprese “l’incentivo introdotto con l’articolo 26 del Decreto Rilancio e gli ulteriori ritocchi, che vengono ad esso apportati con l’articolo 42 della presente legge di bilancio poco incisivi e estremamente complicati”. La proposta della categoria alla Commissione parlamentare è l’introduzione di un superbonus che possa superare così le criticità degli attuali incentivi”. Focus poi sui crediti d’imposta per nuovi investimenti: “l’articolo 185 del disegno di legge di bilancio rilancia giustamente il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi. Abbiamo altresì apprezzato che il Governo abbia da subito previsto che l’incentivo si applichi alle stesse condizioni e negli stessi limiti anche agli investimenti effettuati dagli esercenti arti e professioni”.
Terzo ed ultimo appunto, non per importanza, una richiesta diretta relativa agli Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale: “Il disegno di legge di bilancio per il 2021 presenta una lacuna che sarebbe opportuno colmare. Pare infatti evidente che questo provvedimento dovrebbe prevedere la disapplicazione generalizzata, per l’anno 2020, degli ISA e delle presunzioni in materia di società non operative”. “Crediamo non serva dire nulla, che non sia già sotto gli occhi di tutti, sulla natura assolutamente anomala, dal punto di vista delle dinamiche economiche, dell’anno 2020, rispetto a situazioni di normalità economica”, ha aggiunto Postal, chiosando con “Si tratta di capire se si vuole normare con due righe in legge di bilancio questa lapalissiana evidenza di fatto, oppure se si preferisce ancora una volta lasciare il tutto ad adempimenti, istanze di interpello e quant’altro, in un trionfo di inutile burocrazia tanto dal punto di vista dei contribuenti, quanto dal punto di vista dell’Amministrazione finanziaria”.