Se l’opera d’arte non è danneggiata non c’è alcun decremento di valore

Non c’è alcuna inerenza tra l’attività di una casa di cura e la detenzione di quadri d’autore, oltre al fatto che non è stata fornita alcuna prova del loro “ipotetico” deterioramento.

Va disconosciuta la deduzione effettuata a seguito della svalutazione avente a oggetto opere d’arte il cui valore, anziché essere iscritto a bilancio tra le immobilizzazioni materiali, come in occasione del loro acquisto, era stato indicato nel bilancio dell’esercizio successivo, tra le immobilizzazioni finanziarie per un minor valore.

Questo il principio ribadito con l’ordinanza della Corte di cassazione n. 23361 del 6 ottobre 2017.